Fonte: Instagram: moronifederica https://www.instagram.com/p/DF3EewYIWeI/?img_index=1

sport2u.tv, la televisione ufficiale della 100km del Passatore, ha raccolto le dichiarazioni esclusive di Federica Moroni, vincitrice della 49^ edizione del 2024. Moroni, che si appresta a difendere il titolo, ha condiviso le sue emozioni e le sue aspettative in vista della prestigiosa ultramaratona.

Essere la “Defender”

Alla domanda su cosa significhi partire da favorita, Moroni ha risposto: “Essere la Defender è una bella responsabilità, è una responsabilità quasi quanto quella di indossare la maglia azzurra, perché io considero il Passatore la gara italiana per eccellenza per gli ultramaratoneti.”

La campionessa ha poi sottolineato il legame speciale con la competizione: “E partendo, arrivando nella mia Romagna per me ha un significato particolare. Per tante edizioni, per motivi diversi, l’ho dovuta saltare, vuoi per il covid, vuoi perché magari avevamo un impegno con la nazionale, poi c’è stato anche l’alluvione, e quindi sono riuscita a fare solo due edizioni, ma è sempre la gara a cui tengo di più e anche quella che ritengo più nelle mie corde.

Moroni ha descritto il fascino unico del percorso e del sostegno del pubblico: “Ha un percorso straordinario in mezzo a tutta la gente, passa attraverso paesaggi completamente diversi e l’arrivo è una cosa di un’emozione unica, come tutti i passaggi in mezzo ai paesini. E poi è anche una gara che ho condiviso con altre persone, magari amici che mi hanno seguito, non mi hanno potuto aiutare perché ero la prima donna, però magari mi hanno sostenuto. Il Passatore è la mia gara.”

Tuttavia, Moroni ha espresso una certa cautela riguardo alle sue possibilità di vittoria quest’anno: “Devo dire la verità, non credo di essere la favorita perché ho avuto quel calo fisiologico che in dieci anni non mi era mai capitato e ultimamente le gare stanno andando più benino che bene. Qualcuna si è salvata, come quella della mia città, la Maratona di Rimini, ma altre sono andate davvero poco bene, compresi i campionati italiani di 50 chilometri e di 100 chilometri, ai quali sono arrivata sempre seconda perché ho mollato un po’ di testa e di fisico.”

Nonostante le difficoltà, l’atleta romagnola è determinata a onorare la gara: “La mia speranza è davvero che possa essere una bella gara, magari è chiaro che il desiderio di vincerla è sempre tanto, però so perfettamente che ci saranno delle persone più forti di me. Allora diciamo così, proverò a onorare la gara come merita, insomma anche pensando a chi la organizza, al creatore appunto Alteo Dolcini, che è morto e alla Tatiana che sono speciali unici e ogni anno fanno i salti mortali per poter rifare questa edizione. E poi vabbè è chiaro che c’è sempre il pensiero per le persone più care che ti seguono, ti danno una mano, il mio presidente, la mia allenatrice Monica Casiraghi, il mio babbo che mi viene a seguire a tutte le competizioni, so che anche loro ci tengono e quindi è un po’ si vince per sé ma anche un po’ per gli altri. E poi ho i miei alunni che sono i primi tifosi quindi insomma anche per loro vorrei che questa gara fosse onorata perché per i giovani è davvero importante fare sport e capire il valore del sacrificio e del mettersi in gioco. Quindi insomma ci tengo anche e soprattutto per loro fare una buona gara.

Il Legame di una Romagnola con il Passatore

Alla domanda su cosa rappresenti il Passatore per una romagnola, Moroni ha dichiarato: “Vuol dire non solo onorare la gara più bella che ci sia per un’ultra maratoneta ma percorrere, diciamo, il proprio territorio passando appunto attraverso tutti i paesaggi possibili e la tifoseria più grande che ci sia per cui in massimo.”

L’Età e i Successi Inattesi

Riguardo ai suoi successi raggiunti in età adulta, Moroni ha affermato: “Arrivo quasi a 53 e ho raggiunto davvero dei risultati mai sperati, forse dovuti un po’ alla mia incoscienza, nel senso che per me la corsa è stata talmente una cosa piacevole, talmente una passione scoperta in età straadulta, 42 anni, che mi sono buttata a fare di tutto, dalle distanze più brevi a quelle di 100 chilometri fino ad arrivare anche ad Asolo, che è stata veramente una gara non impegnativa di più, e quindi mi godo in realtà i risultati di questa età.”

Moroni ha poi condiviso una riflessione sulla sua giovinezza e sull’approccio allo sport: “Non so cosa sarebbe successo se avessi iniziato prima, molti me lo chiedono, io penso che a quell’età non sarei stata capace di avere la determinazione e la sfrontatezza che ho oggi, perché la qualità in giovane età la notavo ed ero una persona molto introversa e molto impaurita dall’esito, e quindi questo stato sicuramente non aiuta nessuno, non aiuta i ragazzi a scuola e non aiuta gli atleti, credo che ci sia forse un po’ tanta pressione per l’esito e i risultati delle gare, invece lo sport secondo me andrebbe vissuto in un’altra maniera, ma lo si riesce a fare quando si ha più consapevolezza e quindi in età adulta. Il mio messaggio è proprio questo, dire a tutti che non c’è veramente età per correre, si possono ottenere ottimi risultati anche molto tardi, con le soddisfazioni che non si aspetta e quindi questo porta poi a fare dei sacrifici che non pensavo di poter fare, perché ne sto facendo davvero tanti con la vita privata, col lavoro, il tempo libero e la famiglia, però ecco quando una cosa ti piace trovi in modo il tempo di farla.”

La Scoperta del Passatore

Infine, Moroni ha raccontato la sua prima impressione sul Passatore: “Ho sentito parlare del passatore da alcune amiche podiste che consideravano delle matte perché parlavano di queste 100 chilometri, dove perdevano le unghie, dove appunto dovevano svalicare e fare tutti quei chilometri a piedi e io dicevo mamma mia queste sono pazze, sono fulminate. E poi, cosa dire, è proprio vero che non c’è un limite alla voglia o alla determinazione perché 100 chilometri si fanno, poi piano si fanno assolutamente e la cosa bella è che con l’allenamento per me possono veramente farlo tutti e ti dirò di più, che per me correre 100 chilometri e il Passatore soprattutto che è collinare e quindi molto impegnativo è molto più piacevole e meno provante mentalmente di una 10 chilometri in cui bisogna usare la velocità. Vuoi perché io non ne ho e vuoi perché preferisco i viaggi alle gare in cui bisogna scoppiare appena partiti. Credo che il passatore sia nelle corde delle persone più adulte. Dopo un anno però che ho cominciato a correre già mi era venuto in mente di farlo e non ci ho messo molto. In un paio d’anni poi ho fatto il tentativo ed è venuto senza preparazione particolare davvero molto molto bene perché sono arrivata a seconda dietro alla Nicolina Sustic, credo fosse il 2018-2019. Sono stata davvero contenta e per me il Passatore ha portato solo ricordi belli, sono emozioni e posso anche dirlo non perché tu mi interroghi sul Passatore, ma se devo descrivere la bellezza e l’entusiasmo del mio percorso agonistico di dieci anni, tutto veramente si svolge all’interno del Passatore. La gara più bella ed emozionante per eccellenza.”