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Nel mondo dello sport, poco si parla degli aspetti umani e di squadra che stanno dietro le vittorie e le sconfitte. Recentemente, però, il coach Paolo Galbiati, alla guida della Dolomiti Energia Trentino fino alla conclusione della stagione, ha offerto interessanti riflessioni sul ruolo dell’altruismo e dell’unione nel successo della sua squadra, gettando luce anche su quanto queste dinamiche si riflettano nel riconoscimento individuale e nel legame con il territorio.

Contributo alla squadra oltre i trofei

Nelle recenti dichiarazioni rilasciate a margine della festività di fine stagione della Dolomiti Energia Trentino, Galbiati ha espresso la sua gratitudine per il premio “Sandro Gamba Trophy – Coach of the Year”, sottolineando però l’importanza del lavoro di squadra nel basket. Un successo dunque non solo personale ma attribuibile all’intero staff tecnico, medico e dirigenziale, che ha lavorato con impegno e dedizione per portare la squadra al traguardo di una stagione definibile storica.

I segreti del successo di Trento

Uno degli aspetti chiave di questa eccezionale stagione, secondo Galbiati, risiede nella coesione e nello spirito di gruppo manifestati dai suoi giocatori. L’allenatore ha evidenziato il clima di altruismo presente nello spogliatoio, un elemento non sempre scontato nel professionismo, che ha visto i giocatori gioire delle vittorie altrui e affranti per le sconfitte dei compagni. Le figure di Anthony Lamb e Andrea Pecchia sono state fondamentali nello stimolare questa positiva atmosfera di squadra, agendo da collanti tra gli atleti.

Una stagione da ricordare

Nonostante qualche rimpianto, come le sconfitte interne contro Cremona e Tortona che hanno privato la squadra della vetta solitaria nella regular season, Galbiati valuta positivamente l’annata, assegnando un 8,5 a livello nazionale e un 6 per il fronte europeo. La squadra non ha raggiunto il secondo turno a livello continentale, ma ha comunque mostrato miglioramenti significativi, riuscendo a riunire quasi 3 mila tifosi all'”Il T Quotidiano Arena” anche durante la settimana.

Un addio toccante

Alla domanda su cosa gli mancherà di Trento, Galbiati non nasconde un pizzico di nostalgia. Il coach elenca prima di tutto il massaggiatore Franco Jachemet, seguito dal suo staff tecnico, con una menzione speciale per Fabio Bongi e Davide Dusmet, sottolineando rapporti professionali ma soprattutto umani, forti e positivi. Infine, una rivelazione che sorprende lo stesso Galbiati: le montagne. Queste, che hanno fatto da sfondo alle sue lunghe camminate in solitaria, sono diventate simbolo di un affetto inaspettato per il territorio che lo ha accolto.

La testimonianza di Galbiati, che va oltre il semplice racconto di una stagione sportiva, tocca temi universali come l’importanza del lavoro di squadra, l’altruismo e il legame con il luogo in cui si vive e si lavora. Un racconto che rende il basket un pretesto per riflettere su valori più ampi, importanti tanto nello sport quanto nella vita di tutti i giorni.