In un contesto in cui lo sport assume sempre più la connotazione di strumento di aggregazione sociale e veicolo di valori positivi, emerge con forza l’appello di Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis Play (FITP), alla necessità di un cambiamento radicale nella modalità di trasmissione degli eventi sportivi in Italia. La sua recente dichiarazione sottolinea un bisogno urgente di democratizzare l’accesso alle trasmissioni sportive, ponendo fine al monopolio delle esclusive televisive a pagamento, che, secondo Binaghi, stanno compromettendo la visibilità e lo sviluppo del tennis nel panorama nazionale.
La lotta per l’accessibilità
La principale preoccupazione espressa da Binaghi riguarda la difficoltà di promuovere lo sport in un contesto dove gli eventi non sono liberamente accessibili a tutti gli italiani. Il presidente della FITP evidenzia come la tendenza a trasmettere i tornei di tennis e altri eventi sportivi unicamente su piattaforme a pagamento o con esclusive stia limitando drasticamente la portata di questi sport. Binaghi descrive questa pratica come “odiosa” e un “scandalo”, alludendo al danno irreparabile che ha causato al tennis, spingendolo sull’orlo dell’anonimato.
Un nuovo ruolo per il Coni
Le osservazioni di Binaghi si estendono anche al Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), un tempo perno dell’organizzazione sportiva nel Paese ma ora percepito come una figura meno centrale. La critica al CONI si fa veicolo di una prospettiva più ampia sulla gestione dello sport in Italia, dove secondo il presidente della FITP, esistono delle realtà dirigenziali più efficaci e meritevoli di attenzione. Questo cambio di guardia è evidenziato dalla crescita del tennis quale sport di maggior espansione in Italia, fenomeno che, ai suoi occhi, certifica il ridimensionamento e, di fatto, la minore rilevanza del CONI nell’attuale panorama sportivo nazionale.
Il dialogo come direzione futura
Binaghi non manca di citare un esempio positivo di leadership nel mondo sportivo: Luca Pancalli, con cui condivide una visione di serietà e impegno verso la crescita dello sport nel Paese. Facendo riferimento alla sua esperienza personale, il presidente della FITP si definisce un “perseguitato politico” nelle dinamiche sportive, ma allo stesso tempo apre a un dialogo costruttivo con figure come Pancalli, che rappresentano secondo lui l’antitesi del “nulla cosmico” che critica aspramente.
In definitiva, Binaghi chiama a una riflessione collettiva sull’importanza dell’accessibilità allo sport come diritto di tutti gli italiani. Il suo appello non è solo una critica a una gestione ritenuta obsoleta e elitaria dello sport ma anche una chiamata a un’imminente innovazione che metta al centro la comunità e i suoi bisogni. In questo scenario, lo sport può davvero fungere da catalizzatore sociale e fonte di ispirazione, ma solo se liberato dalle catene delle esclusive e reso disponibile a ogni cittadino.