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Il cammino di Sirine Charaabi ai Mondiali di boxe 2025 si è interrotto in semifinale, ma si è concluso con un metallo prezioso al collo: il bronzo. Sulle corde della M&S Bank Arena di Liverpool, l’ultima speranza azzurra nei 54 kg ha ceduto il passo all’americana Yoseline Perez al termine di una battaglia tattica che ha visto la pugile a stelle e strisce prevalere con verdetto unanime. Un risultato che celebra un traguardo eccezionale per l’Italia, pur lasciando l’amaro in bocca per il sogno di una finale svanito per un’avversaria più scaltra.

Un match a scacchi: quando la tattica ha la meglio

La semifinale ha preso le sembianze di una partita a scacchi, con una lunga fase di studio nel primo round. Al centro del ring, le due atlete si sono misurate, scambiandosi colpi sporadici e valutando le rispettive difese. È stata l’americana a rompere gli indugi nel minuto finale, trovando il ritmo giusto per le sue combinazioni e mettendo a segno i colpi più puliti. Un’aggressività che ha convinto quattro giudici su cinque, mettendo subito Charaabi in salita.

La seconda ripresa ha seguito un canovaccio simile: Perez ha preso in mano l’iniziativa, portando i suoi attacchi con maggiore fluidità, mentre l’azzurra ha faticato a trovare il timing per le sue risposte. Charaabi, tuttavia, non ha mai smesso di lottare. Negli ultimi sessanta secondi, ha trovato il modo di entrare con un paio di destri e una combinazione, facendo sentire all’avversaria la sua presenza. Non è bastato per ribaltare il verdetto, e il secondo round è stato assegnato a Perez con un altro 4-1, sebbene meno netto del precedente.

La dura lezione del terzo round e la riconoscenza del Bronzo

Con un passivo pesante da recuperare, il terzo round si è trasformato nell’ultima occasione per Sirine Charaabi. L’italiana ha cercato disperatamente di prendersi il centro del ring, ma Perez, forte del suo vantaggio, ha saputo gestire la situazione con intelligenza e una difesa quasi impenetrabile. L’americana ha evitato lo scontro diretto, gestendo la distanza e offrendo poche opportunità all’azzurra per cercare il colpo del KO. Nonostante il suo spirito combattivo, Charaabi non è riuscita a trovare la chiave per scardinare la difesa avversaria, e il verdetto finale è stato unanime. Un 5-0 che non racconta appieno la battaglia sul ring, come dimostrato dai punteggi dei giudici (tre 29-28 e due 30-27), segno che la vittoria di Perez è stata una questione di gestione tattica più che di schiacciante superiorità.

L’avventura mondiale di Sirine Charaabi si chiude qui, ma la sua medaglia di bronzo è un risultato che non deve sminuire in alcun modo il suo valore. È un traguardo prezioso, un passo fondamentale verso i vertici del pugilato mondiale. Il ring di Liverpool le ha dato un’amara lezione, ma le ha anche confermato di essere tra le migliori al mondo. Il bronzo al collo è la promessa di future, e si spera più fortunate, battaglie.