CREMONA – L’Italia Under 21 ha onorato il suo status di imbattuta nel Gruppo E di qualificazione agli Europei 2027. Allo stadio ‘Giovanni Zini’ di Cremona, gli azzurrini di Baldini hanno conquistato il quarto successo consecutivo, travolgendo l’Armenia per 5−1, ma la vittoria è maturata solo dopo un primo tempo opaco e pieno di errori.
Il risultato finale, gonfiato dalle cinque reti segnate nella ripresa, proietta l’Italia a 12 punti in classifica, agganciando la Polonia in vetta, ma con un bilancio reti (l’Italia è a +13) inferiore a quello dei polacchi (impressionante +15 grazie al 6−0 rifilato alla Svezia). L’appuntamento cruciale è ora fissato per il 14 novembre a Stettino, dove Italia e Polonia si affronteranno nello scontro diretto che deciderà la capolista.
Primo Tempo: pigrizia e lo sciagurato rigore di Ndour
Il 4−3−3 schierato da Baldini era identico a quello che aveva annientato la Svezia, con Palmisani tra i pali e un centrocampo di talento formato da Pisilli, Lipani e Cher Ndour. In attacco, l’enfant prodige Francesco Camarda era affiancato da Cherubini e Koleosho.
Nonostante il roster di qualità, la prima frazione di gioco è stata un incubo di imprecisione e superficialità. Gli azzurrini hanno messo intensità, ma la manovra si è persa in troppi errori nelle rifiniture contro un’Armenia schierata con un compatto 3−5−2.
L’episodio simbolo è arrivato al 26°. Dopo un tap-in di testa di Ndour che si era stampato sul palo, lo stesso centrocampista si è procurato un rigore per l’ingenuità del difensore armeno Bandikyan. Dagli undici metri, però, la conclusione di Ndour è stata debole e centrale, agevolando l’intervento dell’estremo difensore ospite.
Un errore in fase difensiva aveva già messo i brividi al 17°, quando un superficiale retropassaggio di Marianucci è stato intercettato da Eloyan, che per fortuna ha sbagliato la mira. La prima frazione si è chiusa sullo 0−0, con l’Armenia che ha legittimamente creduto nel colpaccio.
La scossa tattica ed il Festival del Gol
L’intervallo ha portato una svolta decisiva, sia a livello mentale che tattico. Baldini ha operato due cambi cruciali: fuori Ndour e Marianucci, dentro Guarino e, soprattutto, Matteo Dagasso. Le sostituzioni hanno iniettato concretezza e precisione in un centrocampo fino a quel momento farraginoso.
La missione riscossa è stata subito compiuta. Al 59°, una splendida palla filtrante di Pisilli ha trovato Dagasso pronto per il gol dell’uno a zero.
Da quel momento, la partita si è trasformata in un monologo offensivo. In soli 16 minuti, l’Italia ha dilagato:
- Al 62° e al 72°, Francesco Camarda si è scatenato in area di rigore realizzando una doppietta personale che ha certificato la sua vena realizzativa.
- Al 75°, Seydou Fini ha calato il poker con una veloce ripartenza degli azzurrini.
Piccoli orrori nel finale
Nonostante il dominio schiacciante, l’ultima parte di gara ha riservato due sbavature che devono servire da lezione in vista degli impegni più probanti. Al 78°, il portiere Lorenzo Palmisani si è reso protagonista di una papera su un retropassaggio, regalando il gol della bandiera a Edik Vardanyan.
Pochi minuti dopo, il subentrato Niccolò Fortini ha commesso due falli evitabili nel giro di due minuti, rimediando una doppia ammonizione che si è tradotta in una espulsione.
Nonostante l’inferiorità numerica, l’Italia ha trovato il tempo per chiudere il conto al 90′+1′, con il quinto gol firmato da Jeff Ekhator.
La vittoria consolida la posizione degli azzurrini in vetta. Con 12 punti, l’Italia è ora affiancata dalla Polonia, che vanta la miglior differenza reti. Lo scontro diretto del 14 novembre a Stettino sarà un vero e proprio spartiacque per il destino del Gruppo E.

