Trials USA day 6: DNA e dintorni

Sesta giornata di gara a Indianapolis dove i big del nuoto americano iniziano a rendere i loro programmi olimpici sempre più consistenti. A Ledecky già qualificata per tre distanze e una staffetta 200, 400, 1500, si aggiungono Kate Douglas e Lilly King entrambe con il biglietto per Parigi già in tasca e oggi prima e seconda nei 200 rana, Regan Smith, che fa suoi anche i 200 delfino e Ryan Murphy che a Parigi riproverà a vincere 100 e 200 dorso. Ledecky  non è intenzionata questa volta a nuotare tutto il suo programma completo, eviterà i 200 dove le sue possibilità di medaglia dobbiamo ammetterlo, sarebbero limitatissime e legate a una prestazione che non nuota da diversi anni, ma a noi interessa più il fatto che la qualifica alle Olimpiadi dei secondi classificati, scusate il gioco di parole, non assicurata all’inizio dalla matematica diventa così una sicurezza. E allora è dei secondi che vi parlerò oggi. A provare a infastidire la Smith nei 200 delfino è stata Alex Shackell. Avete già sentito questo cognome in questa settimana perché il fratello maggiore Aaron volerà a Parigi per nuotare i 400 stile libero. Alex ha 17 anni, ha già una medaglia mondiale al collo conquistata lo scorso anno con la 4×200 stile libero a Fukuoka, era arrivata sesta quest’anno nei 200 stile, ma la sua convocazione solo ora può considerarsi ufficiale, con un tempo che la pone tra le prime sei al mondo quest’anno. Che il nuoto sia nel Dna della famiglia Shackell è un dato di fatto: papà britannico ha partecipato alle Olimpiadi di Atlanta, ha nuotato all’università di Auburn sotto la guida di uno dei coach più visionari al mondo come David Marsh dove ha conosciuto  mamma anche lei ex nuotatrice. Alex negli ultimi anni ha nuotato nella Carmel High school uno dei team per ragazzi più forti d’america,  e ve lo sto dicendo non come dato statistico, ma perché è un programma scolastico. I fratelli Shackell ai trials sono tre, c’è anche Andrew, fratello gemello di Alex, sulla carta il meno appassionato al nuoto e il meno talentuoso, ma il DNA in genere non mente e aspettiamo solo che cresca.

A dare battaglia a Ryan Murphy è stato invece Keaton Jones, anni 19 e compagno di allenamento di Murphy al Cal Berkley, università fucina di grandi campioni. Il primo anno di college è spesso per i ragazzi il primo anno di grande crescita, con strutture, allenatori e una squadra in grado di spronare a ogni bracciata. Così è stata questa stagione anche per Jones che di record del mondo ne ha in realtà già diversi al suo attivo, ma nel nuoto in acque gelide, Vi parlerà magari in futuro di questa  disciplina. Per ora vi basti sapere che si gareggia con una temperatura dell’acqua massima di 5 gradi, al limite dell’ipotermia per gli umani, ma  per rimanere in tema DNA a quanto pare Jones ha qualcosa di speciale nel suo per non aver alcun problema a nuotare con simili temperature. Il tempo nuotato stanotte lo fa balzare al secondo posto del ranking mondiale.

Il terzo nella finale dei trials, è Aikins, ha nuotato il terzo tempo al mondo, ma i 200 dorso li dovrà guardare da spettatore alle Olimpiadi. Questi sono i trials americani! Io vi aspetto domani su Sport 2 u con il racconto della settima giornata.