A VEIGA, SPAGNA – La seconda settimana della Vuelta a España volge al termine, ma il palcoscenico è tutt’altro che pronto per una conclusione tranquilla. Prima del meritato giorno di riposo, il gruppo deve affrontare un’ultima sfida, una tappa che a prima vista potrebbe sembrare una semplice transizione, ma che in realtà nasconde insidie e promette uno spettacolo di pura tattica e resistenza. La quindicesima frazione, da A Veiga/Vegadeo a Monforte de Lemos, è un vero e proprio “tappone-trappola,” un giorno di gloria per i coraggiosi e di attenta gestione per i leader della classifica generale.
La tappa di oggi non è per gli sprinter puri, né per gli scalatori da classifica. È un’occasione d’oro per una razza particolare di ciclisti: i “cacciatori di tappe,” quelli che vivono per le fughe da lontano, per l’opportunità di sorprendere il gruppo e lasciare il segno in una grande corsa. Con un percorso a doppia faccia, il Gran Finale della settimana si preannuncia come una battaglia aperta, con un solo esito probabile: la vittoria di un attaccante.
Un percorso a doppia faccia: l’analisi altimetrica
Il tracciato odierno presenta un profilo altimetrico che è la perfetta rappresentazione della sua natura ambigua. I primi chilometri sono una vera e propria rampa di lancio. Al chilometro 16.5, i corridori affronteranno subito il Puerto da Garganta, un’ascesa di prima categoria di 16.5 chilometri con una pendenza media del 5.1%. Questa salita, lunga e impegnativa, è il “giudice” che stabilirà la composizione della fuga. Sarà qui che i veri scalatori da fuga e i passisti resistenti si faranno largo, staccando i velocisti e creando il divario necessario.
E come se non bastasse, a seguire, al chilometro 54.7, c’è l’Alto de Barbeitos, una salita di seconda categoria di quasi 12 chilometri al 3.9%. Due salite nelle prime due ore di corsa sono sufficienti per scoraggiare qualsiasi tentativo serio di controllo da parte delle squadre dei velocisti.
Dopo le difficoltà altimetriche, la seconda parte del tracciato si fa meno impegnativa. Non ci sono salite di rilievo, ma il percorso resta “ondulato,” un falso piano che non concede tregua. Chi avrà speso troppe energie all’inizio, o chi non avrà una resistenza impeccabile, pagherà questo sforzo nel finale, un tratto che favorisce chi sa gestire al meglio le proprie forze e attaccare al momento giusto.
Il dilemma dei velocisti: una scommessa rischiata
La tappa odierna rappresenta un vero e proprio dilemma per i team con i migliori velocisti. Lidl-Trek e Alpecin-Deceuninck, con i loro campioni Mads Pedersen e Jasper Philipsen, si ritrovano di fronte a un’occasione rara. Non ci sono molte tappe per ruote veloci rimaste, e questa, sulla carta, è una delle poche. Ma il percorso è un traditore.
Il rischio di lavorare per 100 chilometri, spendendo energie preziose per inseguire una fuga su un terreno non propriamente adatto, solo per ritrovarsi a secco nel finale, è altissimo. Un direttore sportivo ha riassunto perfettamente la situazione: “Siamo qui per vincere. Ma dobbiamo decidere se vale la pena rischiare tutto per una piccola possibilità, sapendo che la fatica di oggi si farà sentire fino a Madrid. La fuga, su questo tipo di percorso, ha sempre un grande vantaggio.” Per i team dei velocisti, la scelta è tra il coraggio di una scommessa e la prudenza della gestione delle risorse.
L’alba dei cacciatori di tappe: i favoriti della fuga
Con un percorso così selettivo nella prima parte e un finale che premia la resistenza, la quindicesima tappa è un palcoscenico naturale per gli attaccanti. La fuga non è solo un’opzione, ma la soluzione più probabile. E i nomi che si affacciano per la vittoria sono quelli dei veri gladiatori del gruppo.
Filippo Ganna, il nostro “fuoriclasse” azzurro, è uno dei principali indiziati. La sua potenza e la sua capacità di spingere a lungo su ogni terreno lo rendono un cliente scomodo per qualsiasi avversario. In una tappa come questa, con le salite non troppo ripide, la sua progressione potrebbe essere devastante, capace di staccare tutti e di arrivare da solo al traguardo. Non è l’unico nome di rilievo. Victor Campenaerts, l’esperto belga noto per la sua aggressività, e Nico Denz, il tedesco abile sia in salita che in pianura, sono altri “cacciatori” che faranno di tutto per entrare nella fuga giusta.
Sarà una questione di gambe, ma anche di intelligenza tattica. Chi riuscirà a conservare le energie, a lavorare in modo efficiente nel gruppetto di testa e ad attaccare nel momento cruciale avrà la sua ricompensa, un trionfo che sa di riscatto e di grande impresa.
La guida alla tappa: programma e copertura TV
La tappa di oggi promette di essere un appuntamento imperdibile per gli amanti del ciclismo, anche se la copertura televisiva non sarà la migliore.
- Domenica 7 settembre
- Orario di partenza: 13:05
- Orario di arrivo: 17:30 circa
La diretta televisiva non è prevista, ma gli appassionati potranno seguire la corsa in streaming su Discovery Plus (dalle 14:45) e DAZN.
Dopo due settimane di corse estenuanti, la Vuelta a España si prepara per il suo ultimo spettacolo prima del giorno di riposo. Sarà una battaglia di astuzia e resistenza, una tappa che incoronerà un vero campione. Sarà il momento di un velocista che ha saputo resistere, o un fuoriclasse come Ganna a sferrare l’attacco decisivo? Lo scopriremo in un pomeriggio che si preannuncia spettacolare.

