Fonte: Instagram: atleticaitaliana https://www.instagram.com/p/DJeeTQ_s0bt/?img_index=1

Nel mondo dello sport, ogni centesimo di secondo può fare la differenza tra la gloria e la delusione. Questa verità si è riflessa vividamente durante l’ultima giornata delle World Relays a Guangzhou, in Cina, evento che ha visto l’Italia lottare sulla pista nella finale della 4×100 maschile. La competizione, che ha offerto momenti di suspense e di eccellenza atletica, si è conclusa con un risultato a sorpresa per il quartetto italiano, dopo un viaggio fatto di promesse e di qualche battuta a vuoto che ha caratterizzato la loro performance.

Performance italiana: tra promesse e ostacoli

La squadra italiana, composta da Fausto Desalu, Matteo Melluzzo, Lorenzo Patta e Filippo Tortu, ha affrontato la finale con grandi aspettative, dopo essere riuscita a qualificarsi per i prossimi Mondiali di Tokyo in settembre grazie a una prestazione convincente nel giorno precedente. Tuttavia, malgrado l’ottimismo, la gara non ha rispecchiato le speranze della vigilia. Il primo problema è sorto durante il passaggio del testimone tra Desalu e Melluzzo, che si è rivelato troppo stretto e problematico, causando un rallentamento significativo. La mancanza di sincronia si è fatta sentire anche nel cambio tra Melluzzo e Patta, con una transizione ritenuta troppo lunga. Nonostante Patta abbia realizzato una curva di buon livello, consegnando il testimone a Tortu in buona posizione, l’ultimo tratto di gara ha visto il sprinter brianzolo perdere terreno, superato prima dal canadese André De Grasse e poi dal giapponese Naoki Inoue, relegando l’Italia al quinto posto con un tempo di 38.20 secondi.

Il trionfo del Sudafrica e gli avversari

La competizione è stata vinta dal Sudafrica, guidato da una eccezionale prestazione finale di Akani Simbine, che ha registrato un tempo di 37.61 secondi, distaccando gli Stati Uniti, secondi con 37.66 secondi, e il Canada, terzo con 38.11 secondi. Gli USA, in particolare, hanno sentito l’assenza di due dei loro atleti più forti, Noah Lyles e Fred Kerley, ma sono comunque riusciti a ottenere un risultato notevole grazie alla performance di Courtney Lindsey, Kenneth Bednarek, Kyree King e Brandon Hicklin. Il Giappone si è piazzato appena davanti all’Italia, evidenziando la forte competizione presente in questa disciplina.

Prospettive future per l’Italia

Nonostante il quinto posto, l’Italia guarda al futuro con ottimismo. Marcell Jacobs, assente in questa occasione, dovrebbe fare ritorno per i Mondiali di Tokyo, portando con sé la speranza di un miglioramento significativo nella performance della squadra. Inoltre, l’eventuale inclusione di Chituru Ali potrebbe fornire quel rinforzo necessario a elevare ulteriormente il livello del quartetto italiano, che punta a confermarsi sul podio mondiale dopo l’argento conquistato due anni fa a Budapest.

In sintesi, le World Relays hanno fornito momenti di alta tensione e di competizione acerrima. Per l’Italia, nonostante la delusione, rimane la consapevolezza di poter fare meglio e l’aspirazione a raggiungere nuovi traguardi, sfruttando al meglio il talento e la determinazione che hanno sempre contraddistinto gli azzurri nelle competizioni internazionali.